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Cedolare secca 2025: guida completa alle nuove aliquote e come influenzeranno gli affitti

21 mag9 min. di lettura
Vanessa GuerrieroVanessa Guerriero

Per chi possiede o intende affittare un immobile, comprendere il regime della cedolare secca 2025 è fondamentale. Questo strumento fiscale, alternativo all’IRPEF, semplifica notevolmente la tassazione sui redditi da locazione, offrendo un quadro di riferimento chiaro per proprietari e investitori. Nel 2025, il panorama presenta alcune conferme importanti rispetto all’anno precedente, con un focus particolare sugli affitti brevi e sulle diverse tipologie contrattuali. Vediamo nel dettaglio cosa prevede la normativa per l’anno in corso e quali sono le implicazioni per il mercato.



Introduzione alla cedolare secca

La cedolare secca è un regime fiscale agevolato che permette ai proprietari di immobili di tassare i redditi derivanti dai canoni di locazione in modo sostitutivo rispetto all’IRPEF e alle addizionali locali. In parole semplici, significa che il proprietario paga un’unica imposta sul canone di locazione, senza dover applicare ulteriori tasse.

In caso di contratti di affitto di immobili residenziali 4+4 o 3+2, la cedolare secca è del 21%. I contratti 3+2, a canone concordato, pagano il 10% nei Comuni con carenza di disponibilità abitative e nei seguenti casi:

  • contratti di affitto a studenti universitari;
  • Comuni in cui vi sono state calamità naturali;
  • affitti transitori disciplinati dalla legge numero 431/1998.

Le aliquote della cedolare secca nel 2025

Sono attualmente confermate le aliquote già in vigore nel 2024, mantenendo una struttura differenziata in base alla tipologia del contratto di locazione.

Le aliquote per la cedolare secca 2025 sono le seguenti:

  • 21% per i contratti di locazione a canone libero. Rientrano in questa categoria, ad esempio, i contratti residenziali standard come il 4+4 o il 3+2 quando non sono a canone concordato.
  • 10% per i contratti a canone concordato. Questa aliquota agevolata si applica in specifiche situazioni e località, come i comuni ad alta tensione abitativa, i contratti per studenti universitari o quelli stipulati in aree colpite da calamità naturali.
  • 26% per le locazioni brevi, ovvero i contratti di durata inferiore a 30 giorni.

Quando si paga la cedolare secca 2025?

Escludendo il primo anno, per il quale non si può definire la base imponibile, per il pagamento della cedolare secca negli anni successivi si applicherà il sistema di acconto e saldo.

Le modalità di pagamento dipendono dall’importo dovuto:

  • Importo inferiore a 257,52 euro: pagamento in un’unica soluzione entro il 30 novembre dell’anno di riferimento.
  • Importo superiore a 257,52 euro: pagamento in due rate:
    • Prima rata: 40% dell’importo, da versare entro il 30 giugno.
    • Seconda rata: 60% dell’importo, da versare entro il 30 novembre.

Affitti brevi: aliquota al 26% e impatto sul mercato

La principale differenza (già introdotta nel 2024 e confermata per il 2025) riguarda l’aliquota della cedolare secca per gli affitti brevi. Il 26% non si applica indistintamente a tutte le locazioni di durata inferiore a 30 giorni, ma scatta dal secondo immobile locato in poi, fino al quarto.

Questo significa che, se un proprietario affitta un solo immobile con contratti brevi, l’aliquota potrebbe rimanere al 21%. Superati i quattro immobili gestiti con contratti brevi, l’attività viene considerata di tipo imprenditoriale, richiedendo l’apertura della partita IVA da parte del locatore.

Questo aumento dell’aliquota per chi gestisce più proprietà in affitto breve potrebbe avere un impatto significativo sul mercato. Rendendo meno conveniente questo tipo di locazione per i proprietari, si potrebbe assistere a una riduzione dell’offerta e, di conseguenza, a un potenziale aumento dei prezzi per gli inquilini. I proprietari, d’altra parte, potrebbero essere costretti a ridurre i canoni per mantenere la competitività.

È importante notare che, per gli affitti brevi, gli intermediari (anche residenti nell’UE) e i gestori di portali che incassano o intervengono nei pagamenti devono operare una ritenuta del 21%, che è considerata a titolo di acconto.

Come scegliere il regime fiscale più conveniente

La scelta del regime fiscale più conveniente dipende da diversi fattori, tra cui:

  • Tipo di contratto: Se si affitta un immobile per brevi periodi, la cedolare secca potrebbe non essere più la scelta più conveniente dopo l’aumento dell’aliquota al 26%, laddove si affittino per brevi periodi più di un appartamento nel corso dell’anno

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  • Ammontare del canone: Se il canone di locazione è elevato, la cedolare secca potrebbe comunque essere il regime fiscale più conveniente, anche con l’aliquota al 26%.
  • Regime fiscale del proprietario: I proprietari che hanno già un’alta aliquota IRPEF potrebbero trovare più vantaggioso optare per la cedolare secca, anche con l’aumento delle aliquote.
  • Rinuncia all’aggiornamento ISTAT: Optando per la cedolare secca, si rinuncia alla possibilità di aggiornare annualmente il canone di locazione in base all’indice ISTAT.
  • Base imponibile a confronto: La cedolare secca si calcola sul 100% del canone, mentre nel regime IRPEF la base imponibile è ridotta (95% per canone libero, 66,5% per canone concordato).
  • Assenza di deduzioni e detrazioni: Scegliendo la cedolare secca, non è possibile dedurre oneri né usufruire di detrazioni fiscali relative all’immobile o al reddito complessivo.
  • Impatto sull’ISEE: Il reddito da locazione assoggettato a cedolare secca viene calcolato per intero ai fini ISEE, a differenza del regime IRPEF dove si considera la base imponibile ridotta.

❗IN OTTICA FUTURA – È possibile che il Governo intervenga nuovamente sulla cedolare secca nei prossimi anni, per monitorare l’impatto delle nuove aliquote e apportare le modifiche necessarie. È importante rimanere informati sulle novità fiscali per poter prendere le decisioni migliori per la propria situazione.


Take Aways

  • Aliquota per gli affitti brevi differenziata: L’aliquota per i contratti di locazione di durata inferiore a 30 giorni è passata dal 21% al 26% a partire dal secondo immobile locato in poi per ciascun periodo d’imposta. Per il primo immobile locato brevemente, l’aliquota rimane al 21%. Questa modifica è stata introdotta con la Legge di Bilancio 2024.
  • Aliquote invariate per affitti tradizionali: Le aliquote per i contratti di locazione a canone libero (es. 4+4) e a canone concordato (es. 3+2) restano invariate al 21% e 10% rispettivamente, confermando la stabilità per queste tipologie contrattuali.
  • Potenziale impatto sulle locazioni brevi: L’aumento dell’aliquota per i proprietari che gestiscono più immobili in affitto breve potrebbe portare a un adeguamento dei prezzi per gli inquilini o a una possibile riduzione dell’offerta, influenzando la competitività del mercato.
  • Importanza della scelta del regime fiscale: La decisione sul regime fiscale più conveniente richiede un’attenta valutazione di diversi fattori, tra cui la tipologia e la durata del contratto.

FAQ Cedolare Secca 2025

  1. Dove posso trovare informazioni aggiornate e ufficiali sulla cedolare secca? Le informazioni più aggiornate e autorevoli sulla cedolare secca sono disponibili direttamente sui siti web dell’Agenzia delle Entrate e del Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF). È sempre consigliabile consultare queste fonti per avere i dati più precisi e aggiornati.
  2. Conviene ancora la cedolare secca per gli affitti brevi? Dipende. Per il primo immobile locato brevemente, l’aliquota rimane al 21%, rendendola spesso conveniente. Tuttavia, dal secondo immobile in poi, l’aliquota sale al 26%, rendendo la cedolare secca potenzialmente meno vantaggiosa rispetto al passato, specialmente se il tuo reddito IRPEF è basso. La convenienza va valutata caso per caso in base al tuo specifico profilo fiscale e al numero di immobili affittati.
  3. Come si sceglie il regime fiscale più conveniente per la propria locazione? Per fare la scelta più conveniente, è fondamentale considerare il tipo di contratto (es. a canone libero, a canone concordato, breve), la durata della locazione, l’ammontare del canone e, soprattutto, il tuo reddito complessivo e l’aliquota IRPEF a cui sei soggetto. In alcuni casi, potrebbe essere utile consultare un commercialista per una valutazione personalizzata.
  4. Cosa succederà in futuro alla cedolare secca? Le normative fiscali possono evolvere. È possibile che il Governo, attraverso future Leggi di Bilancio (come quella per il 2025 o successivi), decida di monitorare l’impatto delle aliquote attuali e, se necessario, apportare ulteriori modifiche. È importante rimanere informati tramite fonti ufficiali.

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